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Correlazioni in Medicina



Valutazione di due strategie nel trattamento della artrite reumatoide attiva precoce: i dati dello studio GUEPARD


Nell’artrite reumatoide precoce e attiva nonostante l’uso di Metotrexato ( Methotrexate ) è raccomandato il trattamento continuo con i bloccanti del fattore di necrosi tumorale ( TNF ) in combinazione con Metotrexaato.
E’ stata confrontata questa strategia con una combinazione iniziale di Metotrexato e Adalimumab ( Humira ), somministrata per 3 mesi e poi adattata in base allo stato di attività della malattia.

Allo studio ( GUEPARD ), prospettico randomizzato, multicentrico, non-in-cieco della durata di 1 anno, hanno preso parte 65 pazienti con artrite reumatoide in fase precoce ( inferiore a 6 mesi ) e attiva ( punteggio dell’attività di malattia, DAS28-ESR, maggiore di 5.1 ), assegnati al Gruppo 1 ( n=32 ): Metotrexato ( 0.3 mg/kg/settimana, con un massimo di 20 mg/settimana, senza intensificazione del dosaggio ) o al Gruppo 2 ( n=33 ): terapia di combinazione iniziale con MetotreXato ( come nel Gruppo 1 ) e Adalimumab ( 40 mg a settimane alterne )

In entrambi i gruppi, il trattamento è stato adeguato ogni 3 mesi. L'obiettivo era quello di ottenere un basso valore di attività di malattia (punteggio DAS28-ESR inferiore a 3.2 ).

I risultati ottenuti hanno mostrato che dalla settimana 12 fino alla settimana 52, 7 pazienti del Gruppo 1 e 11 pazienti del Gruppo 2 sono rimasti in una condizione di bassa attività di malattia durante la somministrazione di Metotrexato in monoterapia ( P = 0.28 ).

L’area sotto la curva ( AUC ) di DAS28 a 1 anno è risultata inferiore nel Gruppo 2 grazie a un migliore risposta iniziale.

L'assunzione totale di anti-TNF alfa e l'aumento medio nel punteggio totale di Sharp modificato sono risultati simili nei due gruppi.

In conclusione, l’iniziale combinazione di Metotrexato e Adalimumab con successivo adeguamento basato sullo stato di attività di malattia ha permesso di raggiungere un più rapido controllo dell’attività della patologia, ma non ha aumentato il numero di pazienti per i quali il trattamento anti-TNF-alfa non era più necessario dopo 12 settimane, né ha prodotto un migliore esito clinico o radiologico rispetto a un inizio di cura ritardato di 3 mesi con terapia con anti-TNF-alfa nei pazienti con malattia ancora attiva nonostante l’uso di Metotrexato. ( Xagena2009 )

Soubrier M et al, Rheumatology 2009; 48: 1429-1434


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